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22 Novembre 2024

Domicilio e Residenza, che differenza c’è ?

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Domicilio e Residenza, che differenza c’è ?

Domicilio e residenza sono due termini che vengono spesso confusi nel linguaggio comune, ma è bene sapere che si tratta di due realtà diverse. Talvolta il domicilio non coincide con la residenza ed è necessario comprendere quale sia la distinzione tra i due concetti per fini fiscali o previdenziali.

Il Codice civile per il domicilio cita l’articolo 43: “La sede principale dei propri affari e interessi determina il domicilio di una persona”; anche gli articoli 45 e 46 del Codice civile confermano quanto detto.
Per la dimora invece cita l’articolo  144 “La dimora abituale di una persona determina la sua residenza”.

Residenza – La residenza è il luogo in cui una persona vive stabilmente e che ha dichiarato come dimora abituale. Essa non è soltanto un concetto abitativo, ma un elemento formale che viene registrato presso l’ufficio anagrafe del Comune di appartenenza. La residenza richiede sia la presenza fisica del soggetto in un determinato luogo, sia la volontà di abitarci stabilmente, influenzando, per esempio, l’accesso ai servizi sanitari, l’iscrizione elettorale e la competenza territoriale dei tribunali. In Italia esistono diverse tipologie di residenza che regolano aspetti anagrafici e fiscali.
Residenza anagrafica: rappresenta la dimora abituale di una persona e deve essere registrata presso il Comune di riferimento. Questa registrazione è fondamentale poiché conferisce diritti civici, come l’iscrizione nelle liste elettorali e l’accesso ai servizi locali.
Residenza fiscale: indica il luogo di tassazione dei redditi. Per i cittadini italiani, implica l’obbligo di dichiarare tutti i redditi prodotti nel mondo, purché siano residenti sul territorio italiano per più di 183 giorni all’anno.
Iscrizione all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero): disponibile per chi trasferisce la propria dimora abituale all’estero, consente di mantenere la cittadinanza italiana e l’accesso a specifici servizi consolari, senza dover pagare imposte sul reddito prodotto all’estero. Grazie a trattati bilaterali, come il modello OCSE, è possibile evitare la doppia imposizione per chi ha obblighi fiscali in più di un paese. Questi trattati forniscono criteri per risolvere eventuali conflitti di residenza fiscale in contesti internazionali.

Domicilio – Questo è il luogo in cui una persona stabilisce la sede principale dei propri interessi e affari, senza richiedere necessariamente una coincidenza con il luogo di residenza. Il domicilio può essere considerato una sede operativa o un centro di reperibilità preferenziale che, a differenza della residenza, non deve essere comunicato all’anagrafe comunale. Vediamo le tipologie di domicilio.
Domicilio volontario: scelta personale del cittadino, stabilita per motivi pratici come studio, lavoro o altre necessità che richiedono di avere un indirizzo per ricevere comunicazioni, diverso da quello della residenza abituale.
Domicilio legale: imposto per legge, il domicilio legale si applica a determinate categorie, come i minori, che hanno il domicilio presso la residenza dei genitori o del tutore legale, e gli interdetti, che hanno il domicilio stabilito presso il tutore legale.
Domicilio speciale (o elettivo): utilizzato principalmente in contesti legali, il domicilio speciale viene scelto per esigenze specifiche e può essere temporaneo. Spesso viene eletto presso lo studio di un avvocato per ricevere notifiche durante un procedimento legale, con l’intento di facilitare la gestione delle comunicazioni.

Data: DICEMBRE 2024

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